Manfred Alois Mayr

A mo’ di approfondimenti legati a luoghi specifici Manfred Alois Mayr (*1952) crea installazioni nello spazio e di piccole dimensioni. Oggetto d’indagine sono gli spazi vitali quotidiani che l’artista analizza per rapporto alla presenza dell’uomo. Sorgono così interrogativi sulla costruzione dell’identità (culturale) o sull’esistenza di colori e materiali specifici come pure sul loro significato culturale. Oggetti scultorei d’uso comune vengono sottoposti a una metamorfosi di significato, che crea nuovi, spesso irritanti, riferimenti. I lavori dell’antropologo dello spazio oscillano fra arte e architettura, fra design e oggetto.

www.manfredaloismayr.com

«ding-dong-dang», 2017

Installazione, dimensioni variabili
Ubicazione: coronamento della diga

Manfred Alois Mayr, «ding-dong-dang», 2017, Installation, Dimensionen variabel, Bild © Ralph Feiner

«Il 24 ottobre 1954 risuonarono in tutta la Val Bregaglia le campane dei campanili.»

Questa descrizione spesso citata del giorno, in cui i cittadini della Città di Zurigo approvarono un credito di milioni per la realizzazione della centrale idroelettrica in Bregaglia e delle linee di distribuzione dell’energia, rende bene l’idea dell’impulso economico che gli impianti idroelettrici diedero alla Bregaglia: nuovi posti di lavoro, canoni d’acqua e introiti fiscali hanno caratterizzato fino ad oggi l’economia della valle. Ispirandosi all’euforia che allora l’annuncio della costruzione della diga aveva generato nella popolazione bregagliotta, Manfred Alois Mayr ha creato un gioco di campane, che ripropone lo scampanio dei campanili, ogni singolo tubo di acciaio che funge da strumento è stato allineato al suono delle chiese della valle. Il gioco di campane è collocato sul coronamento della diga – l’incarnazione materiale della spinta economica. Montato con singoli tubi sulla ringhiera verso valle, nella sua estetica da costruzione ricorda la realizzazione della diga. La creazione è accostata a un quadro dell’intagliatore su legno e pittore Emil Zbinden (1908-1991): il dipinto mostra la rozza estetica di una gru a cavo sull’Albigna, una costruzione color rosso ocra, grazie alla quale furono trasportate innumerevoli tonnellate di materiali edili.